Briscola e ..les trois mousquetaires (Primo spettacolo teatrale che ho musicato)

Correva l’anno 1984, se ricordo bene… da poco uscito da una crisi esistenziale e identitaria, entrare in una compagnia teatrale, per vedermi quasi immediatamente affidato il ruolo di musicista è stata la mia salvezza. In quell’anno conosco Livio Viano ( regista e attore) , il trio di attori francesi Aurore Codazzi, Claudine Chenuil, Jean Pierre Jouglet ( caratterista incredibile, soprattutto nei panni di alcuni personaggi della commedia dell’arte e, in questo spettacolo, anche nei panni della regina… vi lascio immaginare un’uomo di 1,85 m, vestito da donna ) ….) e tanti altri compagni di avventura per i successivi anni.

Conosco anche Michel Haze, percussionista proveniente dalla francia del sud-ovest, coautore delle musiche che ho coinvolto anche in alcuni miei concerti dell’epoca, periodo in cui volevo diventare un grande bassista …

Questo spettacolo mi rimane nel cuore, non solo perchè il primo ( onestamente le musiche sono modestissime, seppure funzionali.. a parte l’incisività notevole del tema del brano “Arrivederci” che Livio Viano mi ha fatto riprendere in tutte le salse) per la solita storia: per i ricordi che evoca, perchè ho imparato, grazie a Nino Ventura ( padre di Stefania) a tirare qualche colpo di scherma, ho imparato a costruire cantinelle … a lavorare “senza orario”, fuori dagli schemi, totalmente immerso in un processo creativo corale.

All’epoca il protocollo midi era agli esordi… esisteva però il Sequential Circuit Six-Trak .. che ho usato per comporre le musiche di questo spettacolo: Il suo rudimentale sequencer mi ha permesso di portare a termine un lavoro polifonico altrimenti impossibile.

E forse ho capito che la mia vocazione musicale era la colonna sonora, per qualsiasi tipo di evento ( in questo caso, il teatro). Ho una visione olistica dell’arte, dove le varie discipline hanno sempre un punto di contatto, si compenetrano… in altre parole l’Arte è Unica…un’attitudine, una visione a “valore aggiunto” della vita, è il suo modo di espletarsi che si differenzia e diventa specifica disciplina.

Godo di una buona musica come della lettura di un buon libro o della visione di un quadro fiammingo.. in tutte queste occasioni intravedo la volontà di sublimare i dati sensoriali, di dargli un altro significato che è la nostra particolare risposta emozionale agli eventi.

Ma questo è un argomento che mi porterebbe troppo lontano… (128)